Filippo Brunelleschi, l’architetto che dette forma e vita all’illusione

« Quanto sia stato eminente Filippo nell'arte di Dedalo è mostrato dalla meravigliosa cupola di questo tempio molto famoso, e dalle molte macchine inventate da lui per divino ingegno. E per le eccellenti qualità del suo animo e le sue singolari virtù, il suo corpo ben meritevole è stato sepolto in questa terra il 15 maggio 1446 per ordine della sua grata madrepatria. »

(Epitaffio di Brunelleschi nel Duomo di Firenze)

 Architetto, ingegnere, scultore, orafo e scenografo, Filippo Brunelleschi fu uno dei tre padri del Rinascimento fiorentino insieme a Donatello e Masaccio. A lui si deve l’invenzione della prospettiva a punto unico di fuga, o ‘prospettiva lineare centrica’. Dopo l’ apprendistato come orafo e una carriera iniziale come scultore si dedicò principalmente all’architettura, costruendo, quasi esclusivamente a Firenze, edifici laici e religiosi che furono di esempio per tutta l’architettura rinascimentale successiva. Tra questi spicca la cupola-non cupola del Duomo, un capolavoro ingegneristico costruito senza l’ausilio delle tecniche tradizionali.

Con Brunelleschi nasce la figura dell’architetto moderno che, oltre ad essere direttamente coinvolto nei processi tecnico-operativi, come i capomastri medievali, riveste anche un ruolo sostanziale e consapevole nella fase progettuale: non è più un artigiano che esercita un’arte ‘meccanica’, ma è un artista che pratica un’arte ‘liberale’, basata sulla matematica, la geometria, la conoscenza storica.

Grazie all’ingegno del Brunelleschi videro la luce opere monumentali caratterizzate da pulizia, chiarezza e ordine, realizzate a partire da moduli espressi in braccia fiorentine, dai quali venivano ricavate proporzioni perfette in multipli e sottomultipli. Punto di partenza e di forza della sua arte era la purezza delle forme, ottenuta con l’impiego essenziale di elementi decorativi e ricorrendo all’arco a tutto sesto.

Filippo di ser Brunellesco Lapi,un notaio, nacque nel 1377 a Firenze. Rinunciato ben presto a seguire le orme paterne, lavora in bottega come orafo collaborando alla creazione dell’altare d’argento di San Jacopo a Pistoia. Pur facendo parte della corporazione degli orafi Brunelleschi si interessa soprattutto di architettura: mentre la sua attività in bottega è sempre più svogliata, si dedica con impegno agli studi prospettici, con numerosi esperimenti ottici dall’importante valore scientifico.

 

Nel 1401, Filippo partecipa a Firenze al concorso bandito dall’Arte dei mercanti di Calimala per la realizzazione della seconda porta del Battistero. C’è chi narra di una vittoria con il Ghiberti ex aequo, chi di un secondo posto. Certamente, Brunelleschi non tornerà a Firenze fino al 1416, dopo essersi recato a Roma insieme all’amico Donatello.

A Roma si dedica con entusiasmo allo studio della classicità, pur non tralasciando altre materie: Brunelleschi, infatti, è anche ingegnere militare e navale, matematico, esperto di geometria, studioso della letteratura, inventore, esperto di edilizia, creatore di strumenti musicali e appassionato della ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri.

Nel 1418, Brunelleschi, da poco rientrato a Firenze partecipò al concorso per la realizzazione della Cupola di santa Maria del Fiore: sarà questa l’opera che lo consacrerà dal punto di vista artistico. Concluderà l’opera soltanto nel 1436: durante questo lasso di tempo, naturalmente, si dedicò anche ad altri progetti, come l’Ospedale degli Innocenti (1419), la Sagrestia Vecchia (1421), la Chiesa di San Lorenzo (1423), e ancora la Cappella de’ Pazzi, Santa Maria del Fiore, la Chiesa di Santo Spirito e Palazzo Pitti, nel corso del decennio successivo.

 

Nel corso di questi anni Brunelleschi viaggia molto, soggiornando in diverse città italiane: a Mantova, Ferrara e Roma per esigenze artistiche, a Pisa e Lucca opere di ingegneria militare, a Firenze per creare impianti di scenotecnica (come quello realizzato per la rappresentazione de ”L’Arcangelo Gabriele” in San Felice in Piazza).

Muore a Firenze nella notte tra il 15 e il 16 aprile del 1446. La sua tomba viene collocata dapprima in un loculo facente parte del campanile di Giotto, successivamente spostata in Duomo: verrà riscoperta solamente negli anni ‘70, durante gli sotto la cattedrale della Chiesa di Santa Reparata.