Gio Ponti non è stato un semplice architetto milanese. È stato molto di più! Artista a tutto tondo, è stato abile costruttore, arredatore e designer versatile. Grazie al suo genio, le sue opere sono state sempre originali e contemporanee, difficilmente etichettabili, sempre ispirate da un alto ideale estetico, senza tralasciare la funzionalità. Questo mix perfetto ha prodotto, a scale diverse, opere veramente uniche.
Formatosi al Politecnico di Milano, le prime opere giovanili si rifanno al linguaggio razionalista e delle avanguardie europee in voga negli anni '30. Spazia dalla progettazione di palazzine ai mobili, dagli oggetti d'arredo per la casa, alle scenografie teatrali, svelando sin da subito una profonda vena poetica. Collabora sin da giovane con la Manifattura Richard Ginori, sviluppando oggetti di porcellana che, ancora oggi, sono il fiore all'occhiello dell'azienda fiorentina.
L'opera sicuramente più nota è probabilmente il grattacielo Pirelli, realizzato a Milano negli anni '50. La torre ha una pianta esagonale allungata, e si sviluppa con la sua struttura in cemento armato su ben 33 piani, arrivando a toccare i 127 metri di altezza. Vista l'unicità dell'opera l'architetto Ponti si avvalse dei migliori professionisti, tra cui l'ingegnere Pieri Luigi Nervi. L'edificio appare come una slanciata e armoniosa lastra di cristallo che taglia il cielo di Milano.
Uno dei suoi maggiori pregi fu quello di capire e sviluppare autonomamente un linguaggio moderno, ma classico che oscillava sempre fra le esigenze della committenza e il gusto del momento. Questa sua sensibilità lo portò a sviluppare, sopratutto negli anni '60 e '70, oggetti di design che, nel tempo, sono diventate delle vere icone: per l'azienda Cassina ha progettato, reinterpretando un prodotto di natura artigianale, la sedia “superleggera”; celebri sono anche le sue lampade per Artemide e Fontana Arte. Nel campo dell'abitare, sono diventate famose le sue "pareti attrezzate", ovvero intere pareti prefabbricate che permettevano di soddisfare diversi bisogni, integrando in un unico sistema apparecchi e attrezzature fino ad allora autonome.
Gio Ponti è stato quindi un architetto completo, dimenticato nelle scuole di architettura di oggi, ma di grande contemporaneità.